Ore 21 del 2 gennaio 2009, una trentina di ragazzi, armati di bombolette multicolor, ricoprono di scritte e disegni osceni i muri tufacei della storica chiesa di Sant'Eligio in piazza Mercato, uno degli edifici più antichi di Napoli. Oltre ai muri tufacei, che risalgono al 1270, sono stati imbrattati un cancello di ferro e l'Educandato adiacente la chiesa. Una delle ultime bellezze della città, in pochi minuti è stata completamente rovinata. A questi giovani vandali non importa se quel muro porta con sè oltre 700 anni di storia, è un muro come un altro, non fa alcuna differenza. «Il tutto è accaduto - denuncia l´assessore alla Vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger - a pochi metri da una pattuglia mista composta da agenti e soldati». La vicina pattuglia di polizia non è riuscita a intervenire, così come il posto di blocco dell´esercito. «Ho cercato di chiamare la polizia municipale ma era troppo tardi. I graffitari si erano già dileguati». L´episodio è solo l´ultimo di una lunga serie: «L´escalation è iniziata l´estate scorsa. Tutte le sere gruppetti di adolescenti si riuniscono sotto la chiesa. Tra una birra e una sigaretta si divertono a ricoprire questo tesoro architettonico di dediche alla fidanzata o di prese in giro agli amici. Inoltre distruggono piante e vasi, colpiscono con pallonate le vetrate antiche», racconta sempre Wurzburger. Prima, a proteggere la chiesa, c´era un cancello di recinzione. Poi nel 2002 è stato rimosso in base ad un piano di riqualificazione urbana che voleva mettere in luce le fondamenta del complesso monumentale di Sant´Eligio: «Legittima la valorizzazione estetica, ma ci vorrebbe più riguardo alla sicurezza del bene storico. Stiamo cercando di riqualificare l´area del Mercato e questo borgo potrebbe essere di richiamo turistico», spiega amareggiato l´assessore della Municipalità.
Io mi chiedo, dove erano i residenti della zona? Nessuno ha provato a richiamare verbalmente quei giovani oppure a riprenderli con un telecamera o un telefonino per una successiva identificazione? Tutti, come al solito, erano rintanati nelle proprie abitazioni, fregandosene di quanto accadeva all'esterno. Purtroppo se la mentalità delle persone non cambia, continueremo ad assistere a spettacoli degradanti.
Io mi chiedo, dove erano i residenti della zona? Nessuno ha provato a richiamare verbalmente quei giovani oppure a riprenderli con un telecamera o un telefonino per una successiva identificazione? Tutti, come al solito, erano rintanati nelle proprie abitazioni, fregandosene di quanto accadeva all'esterno. Purtroppo se la mentalità delle persone non cambia, continueremo ad assistere a spettacoli degradanti.
Per la cronaca i danni complessivi ammontano a circa diecimila euro, in quanto la delicatezza del tufo pretende un lavaggio con sabbia e acqua a cura di professionisti del restauro. Intanto a distanza di 5mesi, le scritte sono ancora lì e anche i giovani vandali.
7 commenti:
dalle mie parti ce ne sono addirittura su monumenti del I secolo dopo Cristo...
non c'è rispetto per nulla!!!
Una volta le chiese,i monumenti e le opere d'arte erano risparmiate,ma oggi non è più così
n@po, hai la mia solidarietà!
Tu sei di Napoli quindi?
Te lo devo dire, Napoli per me è un mistero.
Anche in altre zone d'Italia la fa da padrone la criminalità organizzata ma non per questo si arriva a riempire le strade di immondizia.
Deve essere terribile per te vivere in una città così dileggiata dai suoi stessi abitanti.
Per questo il tuo impegno contro il degrado urbano non è solo lodevole, è coraggioso.
Ti faccio i complimenti, e spero che sempre più napoletani si accorgano che scene come quelle della foto - che non si vedono neanche nel terzo mondo - non sono più accettabili.
- Les
@Les
Abito in provincia di Napoli,a San Sebastiano al Vesuvio(ho creato per il mio paese un blog ad hoc).Hai compreso bene il problema,è difficile vivere in una città in cui tanta,troppa gente imbratta,sporca e deturpa gratuitamente.Non c'è rispetto per nulla!L'educazione civica dovrebbe essere insegnata nelle scuole,così come la storia e la geografia.Bisogna sensibilizzare le nuove generazioni,altrimenti non c'è via d'uscita
Tempo fa lessi un'articolo su questa chiesa, repubblica o corriere, non ricordo. Che devastazione! L'ultima volta che andai a Napoli ricordo la città completamente ricorerta dalla sigla di una nota tifoserie napoletana: MASTIFFS. Si sa chi sono, si sa dove sono, cosa si aspetta a prenderli e a fargli pagare tutto?
In ogni quartiere di Napoli c'è un gruppo Ultras,che lascia un segno di riconoscimento per affermare il proprio dominio territoriale.Le forze dell'ordine sanno chi sono,dove si ritrovano,ma non procedono nei loro confronti.E'vergognoso!
E' una vergogna quello che hanno fatto,possibile che la gente non vede e non dice niente?Proprio sotto il naso!
Salvo
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