mercoledì 22 luglio 2009

La fontana del Sebeto devastata dai vandali

Monumenti imbrattati, vandalizzati, trasformati in discariche. I tesori di Napoli sono malridotti e non protetti, abbandonati all’inciviltà di chi prova divertimento a deturparli. L’allarme è tornato d’attualità ieri per l’accorata denuncia di Maurizio Barracco, amministratore unico dell’Arin: «La fontana del Sebeto, in largo Sermoneta, appena restaurata dall’Arin e dal Soroptimist International club di Napoli, è stata di nuovo vandalizzata: un marmo è stato asportato e centinaia di scritte la deturpano nuovamente». Sul bel marmo appena rinnovato e bianchissimo, Pietro e Annalisa hanno lasciato il loro autografo di imbecillità. Mentre la scritta in blu lasciata da un fanatico della fede «Parla con Gesù», è lì da tempo immemorabile, e nemmeno la pulizia più accurata riesce a cancellarla. Certo, non c’è la lista immensa di nomi e date che fu cancellata dal restauro terminato lo scorso aprile, ma lo scenario è comunque deprimente. Il problema dello scempio sui monumenti è centrale in tutte le città d’arte. A Napoli non esiste una task force destinata esclusivamente a questo servizio, anche se è in corso l’iter burocratico di un progetto regionale dedicato. Si tratta del servizio «Sentinart, sentinelle dell’arte», proposto dal comitato Portosalvo, che aveva trovato accoglimento presso l’assessorato al turismo regionale durante la gestione-Velardi. Adesso è tutto in stand by ma il comitato prosegue, anche senza accordi con la Regione, nella vigilanza costante sui monumenti della città. «A maggio, armati di secchi, acqua e spugne, abbiamo dato l’assalto al basamento della statua di Dante - racconta Antonio Pariante, presidente del Comitato Portosalvo - Certo, con acqua e sapone non si può fare granché, ma noi volevamo dare un segnale alla città». Il progetto «Sentinart», prevederebbe il coinvolgimento di giovani laureati, con precise conoscenze di restauro, per la pulizia dai «graffiti» che sporcano i monumenti. Una lista di interventi urgenti per la città è già pronta. oltre alla statua di Dante, umiliata da centinaia di scritte e firme, nell’elenco ci sono anche il monumento a Bellini, l’arco di Portalba, la fontana di Carlo II a Monteoliveto, le facciate della posta Centrale, le mura della chiesa di Sant’Eligio al mercato. Potrebbero essere solo i primi interventi, per dare un segno alla città e, subito, far partire un progetto di educazione civile che dovrebbe partire fin dalle scuole elementari: «Da anni lo sosteniamo - siamo pronti ad andare a parlare con i bambini e i ragazzi delle scuole per far capire loro l’importanza dei monumenti», si accalora Pariante. Invece i napoletani sono sciatti, distratti e vandali: migliaia di «Pietro e Annalisa» continuano a imbrattare ogni monumento che gli capita a tiro. Fonte: Il Mattino - 18/07/2009 - di Paolo Barbuto

articolo segnalato da Marcello Mottola

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