sabato 16 maggio 2009

La teoria della finestra rotta

Nel 1982 i criminologi James Q. Wilson e George Kelling pubblicano un articolo dal titolo Broken Window Theory(Teoria della finestra rotta). Secondo tale teorizzazione, non punire piccole trasgressioni può generare fenomeni di emulazione che portano a spirali di violenza più gravi. L'idea nasce, appunto, dall'esempio della finestra rotta: se qualcuno rompe una finestra di un edificio, che non viene aggiustata, si diffonde in chi la vede l'idea che l'edificio sia abbandonato o lasciato senza cura. I teppisti, intuendo che nessuno se ne preoccupa, si convincono di aver trovato un territorio dove l'ordine è un optional e presto romperanno altre finestre. Il senso di impunità si accresce, diventa anarchia: qui si può fare tutto dato che ognuno si fa gli affari proprio, non ci saranno denunce perché la gente è pavida o indifferente, o tutte e due le cose insieme.
Questa formulazione, applicabile anche ad altri fenomeni di teppismo urbano, è stato adottato da diverse municipalità americane come modalità di gestione del territorio e prevenzione del crimine contro le proprietà (come ad esempio la riverniciatura dei muri sopra i graffiti).

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