mercoledì 27 maggio 2009

Graffiti monumentali a Firenze

Nel precedente post ho già comunicato a Laura di aver indovinato il luogo dello scatto. La foto, infatti, l'ho fatta, a dicembre 2007, all'interno della splendida cupola della chiesa di Santa Maria del Fiore. Purtroppo l'intero tragitto che conduce fino al ballatoio è costellato di tags e scritte indecenti, che non risparmiano nemmeno la lanterna marmorea. Le scritte sono odiose, ma sui monumenti è un delitto. Lo hanno ben capito i giapponesi, popolo dal gran senso civico, dotato di un profondo rispetto dell'altro e delle convenzioni e di un grandissimo amore per l'arte. Hanno provato una tale vergogna per il comportamento di alcuni connazionali da scatenare una vera e propria “caccia ai vandali” che hanno voluto lasciare “un segno”, una traccia di sé e del proprio passaggio nel nostro Bel Paese. I due principali quotidiani, Yomiuri e Asahi, hanno addirittura chiesto scusa pubblicamente agli italiani per il comportamento a dir poco "scorretto" dei propri connazionali.
Il caso è scoppiato l'estate scorsa per tre segnalazioni, tutte su Firenze e in particolare sul Duomo. Il primo caso viene fuori a giugno 2008, ma il “passaggio” nella città risale a febbraio quando una studentessa giapponese del College femminile della città di Gifu, ammirando piazza del Duomo dalla terrazza panoramica, ha ben pensato di immortalare quello stupendo momento sul marmo di Santa Maria del Fiore: con un pennarello nero ha scritto il suo nome, quello di cinque amiche, la data e le iniziali della scuola. Un mese dopo, però, la scritta in giapponese non passa inosservata allo sguardo attento e coscienzioso di un altro turista nipponico, che ha scattato una fotografia del graffito per poi inviarla all'università della “writer”. La ragazza se l'è comunque cavata bene: una lettera di scuse, corredata da quelle dell’Istituto, e una bella sgridata. Un po’ meno bene è andata ai tre studenti dell'Università Sangyo di Kyoto che hanno confessato, ma solo dopo una segnalazione anonima con foto, di aver lasciato la loro firma sempre sul Duomo: per loro una sospensione di due settimane, accompagnata dalle lettere di scuse, loro e del rettorato. Arriviamo quindi all'ultimo di tre episodi. Si tratta di un insegnante di trent'anni di una scuola superiore. Un insegnante, proprio colui che dovrebbe svolgere funzioni di controllo e educazione sociale. Per lui allora una punizione esemplare: è stato subito rimosso dalla carica di allenatore di baseball della squadra dell'istituto e ha rischiato addirittura il licenziamento.
E' una storia che colpisce, per la vasta eco sui media nipponici, per la scia di polemiche che ha portato con sé, ma soprattutto per il senso civico che i giapponesi hanno dimostrato di avere per come hanno reagito. Una bella lezione per tutti.

1 commento:

degradodivarese ha detto...

anche Firenze è invasa dai graffiti purtroppo, e per farsene un'idea basta guardare fuori dal finestrino passandoci o arrivandoci in treno !
manuele mariani