Su quel tema [graffiti n.d.r.] ci sarebbe molto da dire, anche perché se non si sta attenti ad informare nel giusto modo, si rischia di confondere il puro vandalismo con la vera cultura del graffito, una cultura che ormai resta intatta in rarissimi casi, in poche elite di artisti che la vivono in modo civile e corretto limitandosi a creare opere d'arte in luoghi fuori città adibiti appositamente a quell'utilizzo, con tanto di autorizzazione o addirittura sotto commissione dello stesso comune, che magari intende valorizzare con l'opera di una mano esperta un muro di periferia altrimenti spoglio e squallido. Ma ovviamente non è il caso dello stupido e insensato vandalismo del writer da quattro lire che purtroppo imperversa nella maggior parte delle aree metropolitane di tutto il mondo (Europa, Italia, Napoli e San Sebastiano [Comune in cui entrambi siamo residenti n.d.r.] inclusi!). Questi ultimi non sono artisti, ma li identifico piuttosto con persone che, ai danni dei muri pubblici, lasciano un loro scarabocchio per lasciare una traccia, al pari di un gatto o un cane che con uno spruzzo di urina marca il territorio. Ma anzicchè urina, pisciano ciò che, con un po' di presunzione e dandosi un po' di arie, chiamano "tag"!
Piero Landolfi