sabato 30 maggio 2009

Ripuliamoli su portosalvo.org

Ieri mattina, sul sito portosalvo.org , è stata creata la sezione Ripuliamoli! Cliccandoci su, si accede direttamente al mio blog. Solo stamattina, però, leggendo l'articolo "Asse Napoli - Milano contro i graffiti selvaggi..." ho fatto questa bella scoperta. Dopo la prima manifestazione antidegrado del 27 maggio, intitolata "Col secchio e con la spugna", il Comitato civico di Santa Maria di Portosalvo si allea all'Associazione Nazionale Antigraffiti di Milano per dar luogo al primo movimento contro il fenomeno del graffitismo urbano, che dilaga da nord a sud.

giovedì 28 maggio 2009

Col secchio e con la spugna:manifestazione in piazza Dante


Ieri mattina a Piazza Dante (NA), il comitato civico di Santa Maria di Portosalvo, ha indetto la manifestazione"Col secchio e con la spugna"per ricordare a tutti i cittadini la mancata tutela di tante opere imbrattate da graffiti. Laureati in diagnostica e restauro dei Beni Culturali insieme a membri del comitato civico si sono recati, verso le 10, in piazza con secchio, sapone e spugna per pulire simbolicamente il basamento della statua e al tempo stesso per richiamare l'attenzione dei cittadini sulla condizione dei monumenti in città. Intorno alla statua di Dante, imbrattata di graffiti, i ragazzi hanno voluto specificare che il patrimonio artistico della città di Napoli merita più rispetto e più tutela. Il dito è stato puntato contro i tanti, troppi vandali che deturpano i monumenti. La denuncia degli organizzatori è stata precisa e diretta: "Allo stato attuale dei fatti è necessario chiedere alle Istituzioni, alle Municipalità, al Comune ed all'Amministrazione cittadina di dotarsi di un servizio in grado di risolvere questo grave problema, al fine di garantire un'azione costante di pulitura e manutenzione degli edifici storici". Appare fondamentale aggiungere che la necessità di pulire i monumenti rovinati dai vandali potrebbe essere sfruttata come una valida opportunità di lavoro per molti giovani inoccupati. Gli organi governativi della città potrebbero pensare di ideare una precisa figura professionale fatta da giovani esperti napoletani che metterebbero in pratica le loro risorse intellettuali favorendo due aspetti fondamentali: il primo, l'acquisizione di un ruolo professionale utile al patrimonio storico-artistico napoletano, e come seconda cosa l'incremento del turismo. Durante la manifestazione è stato fatto notare, infatti, che molti turisti fotografano la statua di Dante amareggiati dalle deturpazioni fin troppo visibili. Bisognerebbe inoltre garantire pene più severe per chi con spray e pennarelli graffia l'identità culturale di costruzioni di rara bellezza e talvolta antiche, proprio come il rispetto che a Napoli, per molti, sembra ormai un ricordo lontano.
Per leggere il testo integrale dell'articolo, cliccate su Il Mediano.
Se volete conoscere le attività del comitato civico di Santa Maria di Portosalvo, cliccate qui

mercoledì 27 maggio 2009

Graffiti monumentali a Firenze

Nel precedente post ho già comunicato a Laura di aver indovinato il luogo dello scatto. La foto, infatti, l'ho fatta, a dicembre 2007, all'interno della splendida cupola della chiesa di Santa Maria del Fiore. Purtroppo l'intero tragitto che conduce fino al ballatoio è costellato di tags e scritte indecenti, che non risparmiano nemmeno la lanterna marmorea. Le scritte sono odiose, ma sui monumenti è un delitto. Lo hanno ben capito i giapponesi, popolo dal gran senso civico, dotato di un profondo rispetto dell'altro e delle convenzioni e di un grandissimo amore per l'arte. Hanno provato una tale vergogna per il comportamento di alcuni connazionali da scatenare una vera e propria “caccia ai vandali” che hanno voluto lasciare “un segno”, una traccia di sé e del proprio passaggio nel nostro Bel Paese. I due principali quotidiani, Yomiuri e Asahi, hanno addirittura chiesto scusa pubblicamente agli italiani per il comportamento a dir poco "scorretto" dei propri connazionali.
Il caso è scoppiato l'estate scorsa per tre segnalazioni, tutte su Firenze e in particolare sul Duomo. Il primo caso viene fuori a giugno 2008, ma il “passaggio” nella città risale a febbraio quando una studentessa giapponese del College femminile della città di Gifu, ammirando piazza del Duomo dalla terrazza panoramica, ha ben pensato di immortalare quello stupendo momento sul marmo di Santa Maria del Fiore: con un pennarello nero ha scritto il suo nome, quello di cinque amiche, la data e le iniziali della scuola. Un mese dopo, però, la scritta in giapponese non passa inosservata allo sguardo attento e coscienzioso di un altro turista nipponico, che ha scattato una fotografia del graffito per poi inviarla all'università della “writer”. La ragazza se l'è comunque cavata bene: una lettera di scuse, corredata da quelle dell’Istituto, e una bella sgridata. Un po’ meno bene è andata ai tre studenti dell'Università Sangyo di Kyoto che hanno confessato, ma solo dopo una segnalazione anonima con foto, di aver lasciato la loro firma sempre sul Duomo: per loro una sospensione di due settimane, accompagnata dalle lettere di scuse, loro e del rettorato. Arriviamo quindi all'ultimo di tre episodi. Si tratta di un insegnante di trent'anni di una scuola superiore. Un insegnante, proprio colui che dovrebbe svolgere funzioni di controllo e educazione sociale. Per lui allora una punizione esemplare: è stato subito rimosso dalla carica di allenatore di baseball della squadra dell'istituto e ha rischiato addirittura il licenziamento.
E' una storia che colpisce, per la vasta eco sui media nipponici, per la scia di polemiche che ha portato con sé, ma soprattutto per il senso civico che i giapponesi hanno dimostrato di avere per come hanno reagito. Una bella lezione per tutti.

lunedì 25 maggio 2009

Indovinello:dove ho scattato la foto?

Stamattina stavo dando un'occhiata alle fotografie caricate sul mio pc, quando mi sono imbattuta in questa. Ho deciso di pubblicarla sul blog, senza indicare, però, il luogo dello scatto. Secondo voi, dove mi trovavo? Piccolo aiutino: Toscana. Apparentemente sembre un luogo come un altro, ma vi assicuro che resterete scioccati quando vi darò la risposta. Nel frattempo, provate ad indovinare

sabato 23 maggio 2009

Un'idea di facile applicazione

Sappiamo che il problema delle tags è molto diffuso soprattutto sugli edifici privati. In commercio esistono prodotti antigraffiti, che possono essere applicati su qualsiasi tipo di superficie (marmo, pietra, intonaco, etc), proteggendola da attacchi vandalici. Tutti gli edifici di nuova costruzione e quelli ristrutturati recentemente dovrebbero essere preservati. Per quanto riguarda i muri condominiali "non protetti", gli amministratori o i condomini più volenterosi dello stabile povrebbero dotarsi di bidoni di pittura dello stesso colore del muro esterno e agire immediatamente sulla superficie imbrattata. Al termine della ristrutturazione del palazzo in cui abito, ho chiesto al capocantiere un barattolo di pittura dello stesso colore delle colonne d'ingresso, così posso provvedere io stesso. La vignetta che ho pubblicato sopra, l'ho prelevata dal sito http://www.associazioneantigraffiti.it/

mercoledì 20 maggio 2009

Dalle parole ai fatti


Ero stufo di vedere, in una zona centralissima del mio paese(San Sebastiano al Vesuvio), muri imbrattati da scritte e tags, così stanotte, armato di pennello e barattolone di pittura bianca, sono passato all'azione. In pochi minuti di lavoro (è stata sufficiente "una mano" di colore) ho coperto 3scritte e 2tags. Sono andato a dormire sereno, convinto di aver fatto qualcosa di buono per il mio paese. La lotta al degrado urbano è appena all'inizio...

lunedì 18 maggio 2009

Multa e carcere per chi imbratta i muri

Il governo si mobilita contro i writers. Secondo quanto previsto nel decreto sicurezza, approvato alla Camera e in attesa del definitivo ok al Senato, chi scrive su immobili o mezzi di trasporto rischia da uno a sei mesi di carcere o una maxi-sanzione da €300 a €1.000. Pene ancora più severe per chi imbratta monumenti e aree di interesse storico-artistico: la reclusione, in questi casi, va da tre mesi a un anno e le multe da €1.000 a €3.000 euro. I dati confermano che quello dei writers è diventato un problema di ordine pubblico con delle ricadute abbastanza significative. A piangere saranno soprattutto le industrie di vernici spray o affini. L'82% delle bombolette spray vendute è destinato all'opera dei graffitari, alle gesta di insubordinazione culturale. In un mese nel solo capoluogo lombardo si vendono 18mila bombolette il cui contenuto finisce inesorabilmente sulla facciata di un edificio o sulla fiancata di un mezzo pubblico di trasporto. Muri a rischio, soprattutto, in occasione di manifestazioni di massa, che da sole sono responsabili del 30% delle tags e dei graffiti. Ogni anno, in Italia vengono spesi circa €20 milioni (calcolo approssimativo e per difetto) per contrastare il proliferare dei graffiti, senza contare i costi sostenuti dalle aziende di trasporti per la pulizia dei treni, autobus, etc. Non bisogna, però, fare di tutta un'erba un fascio, ad esempio in certe periferie i murales realizzati da writers esperti danno una nota di colore ad un muro di cemento altrimenti grigio, così come ad un capannone abbandonato. In quel caso sono il primo ad apprezzarli, ma non tollero tags e graffiti che deturpano le bellezze architettoniche delle nostre città. Fondamentale è lavorare sui giovani, educandoli al rispetto per il bene comune. Per quanto riguarda il carcere, credo che sia una misura eccessiva; bisogna comminare la sanzione amministrative proporzionata all'entità del danno e, in più, obbligare a ripulire la superficie vandalizzata.

sabato 16 maggio 2009

La teoria della finestra rotta

Nel 1982 i criminologi James Q. Wilson e George Kelling pubblicano un articolo dal titolo Broken Window Theory(Teoria della finestra rotta). Secondo tale teorizzazione, non punire piccole trasgressioni può generare fenomeni di emulazione che portano a spirali di violenza più gravi. L'idea nasce, appunto, dall'esempio della finestra rotta: se qualcuno rompe una finestra di un edificio, che non viene aggiustata, si diffonde in chi la vede l'idea che l'edificio sia abbandonato o lasciato senza cura. I teppisti, intuendo che nessuno se ne preoccupa, si convincono di aver trovato un territorio dove l'ordine è un optional e presto romperanno altre finestre. Il senso di impunità si accresce, diventa anarchia: qui si può fare tutto dato che ognuno si fa gli affari proprio, non ci saranno denunce perché la gente è pavida o indifferente, o tutte e due le cose insieme.
Questa formulazione, applicabile anche ad altri fenomeni di teppismo urbano, è stato adottato da diverse municipalità americane come modalità di gestione del territorio e prevenzione del crimine contro le proprietà (come ad esempio la riverniciatura dei muri sopra i graffiti).

venerdì 15 maggio 2009

Decine di graffiti ricoprono la Chiesa di Sant'Eligio


Ore 21 del 2 gennaio 2009, una trentina di ragazzi, armati di bombolette multicolor, ricoprono di scritte e disegni osceni i muri tufacei della storica chiesa di Sant'Eligio in piazza Mercato, uno degli edifici più antichi di Napoli. Oltre ai muri tufacei, che risalgono al 1270, sono stati imbrattati un cancello di ferro e l'Educandato adiacente la chiesa. Una delle ultime bellezze della città, in pochi minuti è stata completamente rovinata. A questi giovani vandali non importa se quel muro porta con sè oltre 700 anni di storia, è un muro come un altro, non fa alcuna differenza. «Il tutto è accaduto - denuncia l´assessore alla Vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger - a pochi metri da una pattuglia mista composta da agenti e soldati». La vicina pattuglia di polizia non è riuscita a intervenire, così come il posto di blocco dell´esercito. «Ho cercato di chiamare la polizia municipale ma era troppo tardi. I graffitari si erano già dileguati». L´episodio è solo l´ultimo di una lunga serie: «L´escalation è iniziata l´estate scorsa. Tutte le sere gruppetti di adolescenti si riuniscono sotto la chiesa. Tra una birra e una sigaretta si divertono a ricoprire questo tesoro architettonico di dediche alla fidanzata o di prese in giro agli amici. Inoltre distruggono piante e vasi, colpiscono con pallonate le vetrate antiche», racconta sempre Wurzburger. Prima, a proteggere la chiesa, c´era un cancello di recinzione. Poi nel 2002 è stato rimosso in base ad un piano di riqualificazione urbana che voleva mettere in luce le fondamenta del complesso monumentale di Sant´Eligio: «Legittima la valorizzazione estetica, ma ci vorrebbe più riguardo alla sicurezza del bene storico. Stiamo cercando di riqualificare l´area del Mercato e questo borgo potrebbe essere di richiamo turistico», spiega amareggiato l´assessore della Municipalità.
Io mi chiedo, dove erano i residenti della zona? Nessuno ha provato a richiamare verbalmente quei giovani oppure a riprenderli con un telecamera o un telefonino per una successiva identificazione? Tutti, come al solito, erano rintanati nelle proprie abitazioni, fregandosene di quanto accadeva all'esterno. Purtroppo se la mentalità delle persone non cambia, continueremo ad assistere a spettacoli degradanti.
Per la cronaca i danni complessivi ammontano a circa diecimila euro, in quanto la delicatezza del tufo pretende un lavaggio con sabbia e acqua a cura di professionisti del restauro. Intanto a distanza di 5mesi, le scritte sono ancora lì e anche i giovani vandali.

mercoledì 13 maggio 2009

Welcome!

Diciamo basta a tags,graffiti e semplici scritte che deturpano muri di edifici pubblici e privati, monumenti e arredo urbano. Ripuliamoli è un luogo in cui poter esprimere le proprie idee e avanzare soluzioni per combattere questa piaga che affligge le nostre città.